Pensioni: riproporre in Parlamento il tema della flessibilità del sistema

 

Il ministro Giovannini sta riproponendo il tema della flessibilità del sistema pensionistico. Era ora, perché fin qui abbiamo insistito invano affinché il Governo affrontasse questo argomento. Noi siamo convinti, a differenza di Renzi che mantiene su questo tema una posizione conservatrice, che la “riforma” delle pensioni targata Fornero sia socialmente iniqua, che sbarri la strada all’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro e che sia recessiva perché induce i lavoratori, che vedono un futuro previdenziale estremamente incerto e lontano nel tempo, a non investire e a non consumare.
E’ una “riforma” che va cambiata e va recuperato quel criterio di gradualità che è stato brutalmente cancellato dal Governo Monti. E’ ora di dire basta al saccheggio del sistema pensionistico per ripianare il debito: dottrina liberista che ci è stata imposta dalla Bce. Noi siamo pronti al confronto sulla proposta del ministro del Lavoro che prevede un prestito pensionistico da percepire nei due anni che precedono il momento della pensione, ma vogliamo ricordargli che il Partito Democratico ha già presentato una proposta di legge sulla flessibilità che non può essere sbrigativamente accantonata perché giudicata troppo costosa. Noi pensiamo che consentire ai lavoratori di poter scegliere di andare in pensione in un’età compresa tra i 62 ed i 70 anni, pagando una penalizzazione massima dell’8%, sarebbe una soluzione ottimale che risolverebbe anche, per gli anni a venire, il problema degli “esodati”. Questa novità annunciata dal ministro, apre comunque la strada ad una significativa revisione del sistema previdenziale, e questo è un fatto positivo. Chiediamo al Governo un tempestivo confronto con il Parlamento.