Lavoro: lavoreremo per “aggiustare” decreto

 

Il ministro Giuliano Poletti ha dichiarato, a proposito del decreto lavoro, che è normale che “ci possano essere degli aggiustamenti”. Condividiamo. Di altro avviso pare essere il Premier, Matteo Renzi, che ha parlato di ultimatum sui temi del lavoro e di una proposta del Governo da prendere complessivamente. Mi spiace contraddirlo, ma noi lavoreremo per “aggiustare” il decreto, perché siamo convinti che liberalizzare così pesantemente il contratto a termine farà aumentare la precarietà. Un conto è un contratto di inserimento con un lungo periodo di prova che preluda alla stabilizzazione dei giovani, un altro è avere a disposizione manodopera usa e getta. Le nostre proposte di cambiamento riguardano: la durata troppo lunga della mancanza di causali; il numero eccessivo di proroghe, ben 8, nell’arco del triennio; l’assenza di formazione pubblica per l’apprendistato, che potrebbe farci incorrere in una procedura d’infrazione europea; infine, il mantenimento di una percentuale di apprendisti stabilizzati al termine del periodo. Per quanto riguarda l’aumento di disoccupazione dei giovani, anziché imputarla ad inesistenti rigidità del mercato del lavoro, la si riconduca più verosimilmente al brusco innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile voluto dal Governo Monti, che tiene fuori dalle aziende i nostri figli.