ROMA (ITALPRESS) – “Per fortuna un lungo lavoro parlamentare di correzione ha ritoccato negli ultimi anni, con 8 salvaguardie, Opzione Donna e la manovra di Bilancio dello scorso anno, che ha avuto al centro l’APE sociale, i caratteri strutturali della ‘riforma’ Monti-Fornero. Siamo intervenuti sugli aspetti socialmente più i iniqui e socialmente inaccettabili che stavano condannando all’incertezza e alla povertà decine di migliaia di lavoratori. È bene ricordare che le salvaguardie hanno interessato circa 170.000 lavoratori”. Lo afferma Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. “Le preoccupazioni espresse nelle audizioni al Senato dalla Corte dei Conti e da Bankitalia sul tema dell’età pensionabile – spiega – devono tenere in considerazione quello che sta accadendo: nel 2015 si è interrotto, per la prima volta, l’innalzamento dell’aspettativa di vita e, secondo i demografi, questo avverrà anche per l’anno in corso – aggiunge -. Quello che noi chiediamo è di sospendere la decisione, che dovrebbe essere presa entro il 2017, di un aumento di 5 mesi dell’età pensionabile che la porterebbe a 67 anni a partire dal 2019. Si apra un tavolo di confronto tra Governo e parti sociali e si esamini il fatto che la durata della vita di una persona è anche legata alla fatica, all’usura e ai rischi connessi al lavoro che si svolge”. “Sulle pensioni è giunta l’ora di fornire dati veritieri – prosegue Damiano – smettiamola di affermare che la spesa pensionistica è al 16% del PIL, senza spiegare che in quel dato sono compresi i costi dell’assistenza e le tasse sulle pensioni che vengono restituite allo Stato (quasi 50 miliardi di euro). Se il dato viene depurato, siamo al 12%. Vorremmo anche ricordare che il Documento di economia e finanza elaborato dal Governo nel 2016, affermava che ‘cumulativamente, la minore incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL, derivante dal complessivo processo di riforma avviato dal 2004 (Maroni, Damiano, Berlusconi, Fornero) ammonta a circa 60 punti percentuali del PIL fino al 2050’. Tradotto, si tratta di 900 miliardi di risparmi dal capitolo pensioni. Non basta ancora?”, conclude. (ITALPRESS).
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