(DIRE) Roma, 25 set. -“Non e’ tutto oro quello che riluce. Questo proverbio vale anche per la legge di Bilancio”. Lo dichiara Cesare Damiano, dirigente del Partito Democratico, a proposito della Legge di Bilancio. “Nei giorni scorsi – continua – siamo stati facili profeti nell’ipotizzare che sono prevedibili molti interventi ‘omeopatici’ perché, pur dovendo fare i conti con risorse insufficienti, il Governo gialloverde non deve perdere la faccia dopo le molte promesse fatte in campagna elettorale: tutte le bandierine dovranno sventolare. Dando per scontato che Tria difficilmente si farà forzare la mano sopra il 2%, si faranno interventi parziali sulle misure-simbolo, dopo l’estenuante tiro alla fune per avere più risorse possibili da parte di Lega e 5 Stelle. Facciamo l’esempio delle pensioni: l’Inps elaborò nel 2016, il 24 febbraio, una previsione di spesa per la proposta di legge Damiano-Gnecchi (857), che si proponeva di anticipare di 4 anni l’età della pensione, facendo però rimanere l’aggancio alla aspettativa di vita: una sorta di anticipo mobile in ascesa, all’epoca collocato a 62 anni e 7 mesi rispetto ai previsti 66 e 7 mesi (oggi salirebbe a 63). Il taglio era del 2% per ogni anno e di natura strutturale. Nonostante queste limitazioni gli oneri medi previsti, 2017-2026, erano di 6,4 miliardi all’anno, ai quali aggiungere le risorse per portare a 41 anni i contributi necessari per la pensione. In questo caso altri 5,7 miliardi all’anno: totale 12,1 miliardi all’anno, mediamente. Come si vede, con le risorse non si scherza e non credo che l’Inps o la Ragioneria cambieranno metodi di calcolo. Queste cifre non tengono conto del rifinanziamento dell’Ape sociale, della nona salvaguardia degli esodati, di Opzione Donna e del rallentamento dell’aggancio all’aspettativa di vita”. “L’importante è che non si facciano operazioni mascherate che, annunciando passi avanti, ne facciano fare parecchi indietro ai lavoratori e ai pensionati. Io penso, da sempre, che la Fornero vada superata: va fatto con azioni coerenti indirizzate verso la strada della sempre maggiore flessibilità del sistema previdenziale e del riconoscimento dei lavori più usuranti e gravosi”, conclude Damiano. (Com/Pol/ Dire)

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