SALARIO MINIMO, DAMIANO: “M5S CREA CONDIZIONI PER PIÙ LAVORO NERO”

Roma, 17 giu. (askanews) – “Dopo Timmermans, anche Junker parla di salario minimo europeo, dicendo una cosa giusta e ovvia: va bene un salario minimo europeo, ‘anche se non può essere ovunque della stessa entità’. Spero che a questa tesi aderisca anche Di Maio che, finora, ne ha sempre parlato genericamente”. Lo dichiara l’ex ministro Pd del Lavoro Cesare Damiano. “Del resto – continua – tutti dovrebbero sapere che non si può fare una media europea tra i 236 euro mensili della Bulgaria e i 4.000 della Danimarca. Combattere il dumping salariale per decreto legge è pura propaganda. Così come, in Italia, non si può teorizzare un salario minimo di 9 euro lordi mensili, senza spiegare di che cosa è composto questo ‘lordo’. Facendo finta di voler innalzare i salari più bassi, si sta preparando la ‘grande fuga’ delle imprese dal sistema contrattuale. Avere una paga di 9 euro senza diritti e tutele sarebbe un secco peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. Se si vuole davvero sconfiggere la logica dei contratti ‘pirata’ e del dumping contrattuale, il Governo si preoccupi intanto di combattere le cooperative ‘spurie’ e le società ‘esterovestite’ che praticano la concorrenza sleale”. “Le prime – sottolinea l’ex ministro – retribuiscono i dipendenti al limite della regolarità e praticano l’obiettivo dei sottosalari, le seconde operano in Italia con regole meno stringenti rispetto a quanto previsto da noi per le agenzie di somministrazione, dando vita alla concorrenza al ribasso. Se si spingono le imprese a uscire dal sistema contrattuale si creano le condizioni per allargare l’utilizzo del lavoro nero: l’Istat, oggi, parla di un aggravio per le imprese, nel caso dell’adozione dei 9 euro, di oltre 4 miliardi di euro”. “La proposta del Pd, non a caso – conclude Damiano – è quella di recepire per legge i minimi tabellari di ciascun contratto nazionale stipulato dai sindacati rappresentativi”, conclude.