Oggi l’incontro con una delegazione di lavoratori esodati

Il Presidente della commissione lavoro Cesare Damiano oggi ha incontrato una delegazione di lavoratori cosiddetti esodati. La delegazione ha tenuto a precisare che la situazione per gli esodati va migliorando essendo già state salvaguardate 130 mila persone, ma che secondo  stime da loro fornite il numero delle persone da salvaguardare dovrebbero riguardare altri 180 mila lavoratori circa.  Un’altra questione era avere chiarimenti relativi alla proposta di legge presentata dall’On. Damiano  in merito ai requisiti per il pensionamento ed ai criteri proposti di flessibilità in uscita. Il Presidente ha precisato: “E’ di ieri la notizia che il Governo ha inserito gli esodati nel piano di lavoro che realizzerà entro la fine dell’estate. E’ una buona notizia che ci auguriamo  permetterà di allargare la platea dei lavoratori  che ancora attendono di essere salvaguardati. La direzione presa dal governo potrebbe dare una soluzione definitiva al problema  entro la fine dell’anno”. In merito alle domande sulla proposta di modifica delle pensioni, illustrando le linee generali, ha detto: “La proposta di legge inserisce il criterio di flessibilità in uscita per chi ha 35 anni di contribuzione e 62 anni di età, con una penalità dell’8%. Inoltre, chi ha 41 anni di contributi potrà andare in pensione liberamente, senza vincoli di età e senza penalizzazioni. Preciso che il percorso della proposta di legge è appena iniziato, sarà nostra preoccupazione garantire maggiore equità per i lavoratori , ed una chiara gradualità che non  lasci mai più alcun lavoratore  senza tutela ”.


OK CABINA REGIA, MA ATTENZIONE A EMERGENZA SOCIALE

L’agenda individuata nella riunione tra una delegazione del governo e i capigruppo della maggioranza comincia ad andare nella giusta direzione. Finalmente non ci si ferma piu’ alle sole problematiche relative all’Iva e all’Imu, che pure vanno risolte con interventi di rimodulazione. Ci pare che adesso acquistino maggiore rilevanza i temi legati all’emergenza economica e sociale: l’accelerazione del pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione; un ulteriore finanziamento della cassa integrazione in deroga, perche’ le attuali coperture arrivano mediamente fino al mese di giugno 2013; la questione dei cosiddetti esodati che dev’essere assolutamente risolta per superare un vero dramma sociale”. Cosi’ Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro della Camera, che osserva pero’ “alcune dimenticanze: per noi sara’ importante riprendere il tema dell’introduzione di un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico, come annunciato da Letta nel suo discorso d’insediamento, e della diminuzione strutturale del costo del lavoro che riguardi la platea degli occupati a tempo indeterminato. Un’accurata regia del governo e del Parlamento su queste tematiche e’ la premessa indispensabile per un’equa distribuzione delle risorse tra tutti i capitoli di spesa contenuti nel programma di governo che rappresentano l’attuale situazione di emergenza economica e sociale



Inps: ente solido ma ridare equità a sistema pensionistico

La relazione annuale del presidente Inps, Antonio Mastrapasqua, e’ stata l’occasione per fare il punto sul tema delle pensioni e del welfare. L’ampiezza e la gravita’ della crisi e’ testimoniata da un dato molto semplice: negli ultimi quattro anni lo Stato, tramite l’Inps, ha erogato piu’ di 80 miliardi di euro di sussidi, se ci limitiamo all’impatto della cassa integrazione e delle indennita’ di disoccupazione, che sono stati mediamente distribuiti ad una platea di circa 3 milioni di lavoratori per ogni anno. Da queste cifre si comprende meglio come le risorse utilizzate per gli ammortizzatori sociali, oltre ai risparmi delle famiglie che hanno reso possibile un vero e proprio welfare integrativo abbiano fin qui rappresentato un argine a situazioni di conflitto e di esasperazione sociale. In secondo luogo ci e’ parso opportuno il richiamo di Mastrapasqua al Governo a proposito dei tagli lineari all’Inps che inevitabilmente stanno portando ad una significativa diminuzione della qualita’ delle prestazioni dell’istituto”. Lo dichiara in una nota Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera. ”Infine, e’ emersa un’importante conferma a proposito di un sistema previdenziale solido e in stabile equilibrio e la sottolineatura alle parole pronunciate in alcune occasioni dal Presidente del Consiglio e dal Ministro del Lavoro in merito all’opportunita’ di provvedere ad una ‘necessaria opera di manutenzione che assicuri quegli obiettivi di equita’ che sono forse mancati in qualche passo della normativa rinnovata’. In altre parole, bisogna correggere la riforma iniqua del governo Monti ampliando la platea dei cosiddetti salvaguardati, e introducendo un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico. Su questo punto avvertiamo un eccessivo silenzio del governo: se vogliamo parlare di questo argomento nel prossimo autunno – conclude Damiano – dobbiamo aprire da subito questo dossier e prevedere per tempo l’accantonamento delle risorse necessarie.


Pensioni: Monti non vuole vedere errore Riforma

Mario Monti accusa PD e PdL di voler smontare la riforma delle pensioni targata Fornero ed afferma che si tratterebbe di una scelta conservatrice. In realta’ le proposte di legge che sono in discussione alla commissione Lavoro della Camera si propongono di correggere gli errori di una riforma che ha portato in un vicolo cieco ed alla disperazione centinaia di migliaia di lavoratori con un errore riconosciuto dalla stessa ministra Fornero”. Lo afferma Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera. ”Il Premier Letta, nel discorso di insediamento al Parlamento – ricorda Damiano – ha ribadito che il suo programma di governo si proponeva di affrontare il tema dei cosiddetti esodati e dell’introduzione di un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico. E’ quello che noi vorremmo realizzare con le nostre proposte. Non a caso stiamo sollecitando il governo ad accelerare la discussione: la politica dei due tempi non ci e’ mai piaciuta. Sarebbe grave se tutta l’attenzione che si sta dedicando a IVA e IMU non fosse anche dedicata alla correzione del sistema previdenziale. Risorse comprese”. ”Conservatore e’ chi, come Monti – aggiunge l’esponente del Pd – si ostina a considerare utile continuare una politica di puro rigore che ci ha portato nell’attuale situazione. Son capaci tutti a far pagare la crisi ai ceti piu’ deboli, lavoratori, pensionati e disoccupati. La riforma delle pensioni di Monti piace sicuramente all’Europa della finanza: tra il 2020 ed il 2060 dal sistema previdenziale si risparmieranno oltre 300 miliardi di euro. Un bel salasso a senso unico. Siamo noi i conservatori?


CIG, CUNEO E PENSIONI RICHIEDONO REGIA ACCORTA

Il grido d’allarme che arriva dalle Regioni sul tema della cassa integrazione in deroga ci deve fortemente preoccupare perche’ e’ lo specchio di un’Italia ferita e in profonda difficolta’”. Lo afferma Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della camera dei Deputati, che spiega: “Dopo il decreto del governo che rifinanzia questo strumento, che e’ in via di approvazione al Parlamento, si rendera’ necessario un nuovo intervento significativo. Secondo le Regioni e come da tempo aveva gia’ anticipato il Partito Democratico, occorrera’ un’altra risorsa di circa 1 miliardo e 400 milioni di euro per arrivare a coprire l’intero 2013”. Questa situazione, secondo Damiano, “chiarisce, una volta per tutte, che non e’ sufficiente parlare di Imu e di Iva e pretendere, come fa il centro destra, che si destinino complessivamente otto miliardi di euro per risolvere solamente questi due problemi. Le risorse vanno preventivamente monitorate e saggiamente distribuite con un’accorta regia da parte del governo”. Conclude Damiano: “Per noi i temi che non debbono essere trascurati sono: la diminuzione strutturale del cuneo fiscale, la correzione del sistema pensionistico e il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, in attesa di una riforma complessiva dei criteri di erogazione degli ammortizzatori sociali


PENSIONI: AMPLIARE PLATEA SALVAGUARDATI

Dopo la ‘verifica’ di governo, tra le priorita’ di cui si e’ sentito parlare nell’ambito del programma dei prossimi 18 mesi, la tematica delle pensioni non e’ comparsa. Non vorremmo accorgerci nel mese di settembre, nel quale il Ministro Giovannini ha annunciato di voler iniziare a parlare dell’argomento, che non ci sono piu’ risorse sufficienti per una manovra capace di correggere in modo visibile le storture della riforma previdenziale targata Fornero. Vogliamo ricordare, ancora una volta  che la discussione sulle proposte di legge presentate da tutti i partiti iniziata nella commissione Lavoro della Camera, converge sulla individuazione dei temi da affrontare: il primo, riguarda la necessita’ di ampliare la platea degli attuali 130mila salvaguardati; il secondo, e’ relativo alla esigenza di introdurre un criterio di flessibilita’ nel sistema pensionistico capace di recuperare un principio di gradualita’ mortificato dal brusco innalzamento a 67 anni dell’eta’ di pensionamento. Si tratta di interventi che richiedono adeguate risorse finanziarie. Il governo deve attuare una accurata regia in grado di garantire a tutte le priorita’ dei partiti che lo sostengono una risposta adeguata.