Esodati: oggi passo avanti ma resta grave situazione per chi ancora non è salvaguardato

Il parere votato all’unanimità dalla Commissione speciale a proposito dei lavoratori cosiddetti esodati chiede al governo di correggere il decreto che attua la salvaguardia dei diecimila lavoratori rimasti senza reddito individuati nella Legge di Stabilità. Infatti, il decreto non corrisponde al testo della Legge e peggiora la condizione di chi ha scelto di proseguire volontariamente il versamento dei propri contributi. Una condizione inaccettabile che il governo deve dunque correggere, rispettando in questo modo i contenuti della Legge approvata. Questo pronunciamento è sicuramente un passo avanti che non ci deve far dimenticare però la grave situazione ancora esistente per quanto riguarda le centinaia di migliaia di persone rimaste senza reddito a causa della riforma delle pensioni Monti-Fornero che non ha previsto alcuna gradualità. Farsi carico di questo problema vuol dire non soltanto evocarlo ma indicare e trovare le coperture finanziarie che si rendono necessarie per una sua pur graduale soluzione. Viste le bocciature del passato sull’inasprimento della tassazione dei giochi on-line e del contributo di solidarietà per i redditi superiori ai 150 mila euro, si tratta di individuare nelle nuove manovre di bilancio risorse (secondo la Ragioneria dello Stato di alcuni miliardi di euro) che possano alimentare il Fondo appositamente costituito per l’ulteriore salvaguardia dei lavoratori oltre i 130 mila già previsti.


Esodati: importante che il tema sia nell’agenda dei saggi

E’ molto importante che il senatore Bubbico abbia voluto ricordare che il tema dei cosiddetti esodati, insieme a quello gli ammortizzatori sociali, farà parte nell’incontro di domani al Quirinale della ricognizione del gruppo dei saggi incaricati di indicare un’agenda di provvedimenti di carattere economico. La questione dei lavoratori salvaguardati, con particolare riguarda all’ultima tranche delle 10 mila persone oggetto dell’ultimo decreto del governo, verrà affrontata anche dalla Commissione Speciale di Camera e Senato per evitare una penalizzazione a carico dei prosecutori volontari. Infatti, il decreto attuativo della Legge di Stabilità non rispecchia il testo della legge medesima. Questa situazione va risolta perché è inaccettabile. Come Partito democratico ribadiamo che l’errore della riforma Monti-Fornero è stata la totale mancanza di gradualità che ha lasciato senza reddito centinaia di migliaia di persone che si vanno ad aggiungere al numero purtroppo crescente dei disoccupati. A questa emergenza sociale si deve trovare una risposta.


Governo: no polemiche, da saggi risposte a paese

Anziché fare inutili polemiche, facciamo lavorare speditamente le commissioni dei saggi per trovare le risposte condivise che il paese richiede. Tra le priorità la questione sociale è decisiva: occorre tener conto che ai milioni di disoccupati si aggiungono alcune centinaia di migliaia di persone rimaste senza reddito a seguito degli errori della riforma delle pensioni Monti-Fornero. A questi lavoratori va data una risposta immediata: la commissione dei saggi che si occupa dei temi economico-sociali deve tenerlo ben presente.


Esodati: decreto Fornero? Con Marialuisa Gnecchi dico: ripristinare miglioramenti ingiustificatamente cancellati

Nella legge di stabilità avevamo ottenuto che i prosecutori volontari fossero salvaguardati anche se, dopo l’autorizzazione ai versamenti volontari dei contributi, avessero continuato a lavorare.
Era stato fissato un limite: queste persone non dovevano aver guadagnato più di 7.500 euro su base annua dopo il 4 dicembre del 2011 o aver trovato un lavoro a tempo indeterminato. Nel decreto attuativo del governo, ora all’esame delle commissioni speciali di Camera e Senato, questa possibilità viene cancellata: vengono esclusi tutti i prosecutori volontari che abbiano lavorato dopo l’autorizzazione. Secondo il ministero del Lavoro, anche chi ha avuto l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria 10 o 15 anni fa, per essere salvaguardato, non dovrebbe aver mai lavorato, salvo che nel periodo successivo al 4 dicembre 2011 e con il limite dei 7.500 euro annui di cui sopra. Questo è inaccettabile e non può essere tollerato che un miglioramento conquistato nella legge di stabilità dopo un’aspra battaglia parlamentare venga annullato dal decreto con una interpretazione peggiorativa.
Il risultato, non risolutivo, di salvaguardare 130 mila lavoratori, che abbiamo raggiunto nell’ultimo anno, non può essere messo in discussione. Per il Pd risolvere il problema di chi è rimasto senza reddito a causa degli errori della riforma delle pensioni Monti-Fornero deve essere un dei punti centrali per il programma del nuovo governo.


Governo: molto importante apertura consultazioni a parti sociali

I dati della Confcommercio fotografano, ancora una volta, la grave emergenza sociale che sta attraversando il paese e sottolineano l’esigenza di un’azione di governo tempestiva e capace di fare scelte a sostegno delle imprese, dell’occupazione e per contrastare le nuove povertà. Per questo ci auguriamo che l’incarico a Bersani dia i suoi frutti e consegni un governo capace di agire tempestivamente sui problemi insoluti di natura politico-istituzionale ed economico-sociale. Su quest’ultimo terreno, per impedire che il paese sprofondi, a causa di scelte miopi che hanno fatto vincere in Europa la politica dell’austerità a senso unico, insistiamo sull’esigenza di rimettere in moto lo sviluppo con il pagamento dei debiti della Pa nei confronti delle imprese, con lo sblocco del patto di stabilità dei comuni e con la riduzione del cuneo fiscale per un piano straordinario di assunzione a tempo indeterminato dei giovani, degli over 45 e dei lavoratori in mobilità. Per far riprendere i consumi bisogna migliorare il potere d’acquisto delle famiglie: risolvendo il problema dei lavoratori rimasti senza reddito a causa della riforma della previdenza Monti-Fornero; sbloccando, da quest’anno, l’indicizzazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo; rinnovando nuovamente i contratti della pubblica amministrazione e quelli dei settori privati alle loro scadenze naturali; utilizzando le risorse a disposizione degli accordi aziendali di produttività; rendendo universali gli ammortizzatori sociali. Per questi obiettivi è di grande significato la scelta di Bersani di aprire le consultazioni anche ai principali soggetti sociali.


Pensione: Fornero lascia pesante eredità

La cieca obbedienza all’Europa dell’austerità a senso unico ha prodotto in Italia una riforma delle pensioni sbagliata e causa, tuttora, di gravi squilibri sociali. Il ministro Fornero non può sottovalutare il fatto che alcune centinaia di migliaia di lavoratori (esodati, prosecutori volontari, mobilitati, appartenenti ai fondi speciali, ecc), sono rimasti intrappolati a seguito della brutale cancellazione delle pensioni di anzianità e per la mancanza, per la prima volta, di qualsiasi criterio di gradualità. Misure così drastiche non si conoscono in nessun altro Paese europeo e non ci consola il fatto di aver raggiunto il primato dell’innalzamento dell’età pensionabile, superando persinola Germania. Di questo record avremmo fatto volentieri a meno. Adesso, purtroppo, questa pesante eredità, nonostante le correzioni conquistate dalla dura ma non risolutiva battaglia parlamentare del Pd che ha consentito di salvaguardare 130mila lavoratori, rimane sulle spalle del nuovo governo. Per noi la soluzione a questo problema resta una delle priorità del programma del Partito democratico.


Crisi, Pil a -1,8%?: Fitch scopre acqua calda ma subito ammortizzatori sociali universali

Il terzo decreto relativo agli ultimi 10 mila salvaguardati completa il risultato di correzione della riforma delle pensioni di Monti e Fornero. E’ stata una lunga battaglia, durata per più di un anno, condotta strenuamente dal Pd che ha portato ad oltre 130 mila il numero complessivo di coloro che potranno accedere alla pensione con le vecchie regole.. Si tratta dunque di una buona notizia che abbiamo sollecitato, ma il problema non è risolto. Per questo tra gli otto punti indicati da Bersani c’è anche quello di una soluzione definitiva del problema di chi è rimasto senza reddito a causa di una cattiva riforma previdenziale. La battaglia va ora continuata ed è urgente perché si inserisce in una situazione di recessione dell’economia e di aumento della disoccupazione. Le previsioni dell’agenzia Fitch per il 2013, che indicano un calo del Pil italiano dell’1,8%, sono la scoperta dell’acqua calda: si tratta di dati risaputi che richiedono un impegno straordinario sul terreno degli ammortizzatori sociali, che debbono essere universali, e su quello degli incentivi allo sviluppo dell’impresa e dell’occupazione. Chi ha a cuore il destino del paese deve assumersi la responsabilità, come ha fatto il Pd, di avanzare le sue proposte e di trovare le giuste soluzioni.